Russia - Liturgia patriarcale a Mosca

Mosca, 20 marzo 2022 - Nella seconda domenica della Grande Quaresima, festa di San Gregorio Palamas, arcivescovo di Salonicco, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha celebrato la Divina Liturgia presso la Chiesa Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca.
Durante la Liturgia, l'archimandrita Evfimij(Moiseev), presidente del Dipartimento missionario sinodale, vicario del Monastero stavropigiale di Vysoko-Petrovka, è stato consacrato vescovo di Lukhovitsy, vicario del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’.

Hanno concelebrato con Sua Santità: il metropolita Pavel di Krutitsij e Kolomna, vicario patriarcale della metropolia di Mosca; il metropolita Dionisij di Voskresensk, direttore del Dipartimento amministrativo del Patriarcato di Mosca, primo vicario del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ per la città di Mosca; il metropolita Aleksej di Tula ed Efremov; il metropolita Ioann di Belgorod e Stary Oskol; il metropolita Yevgenij di Tallinn e di tutta l'Estonia; il metropolita Feognost di Kashira, presidente del Dipartimento sinodale per i monasteri e il monachesimo; il vescovo Paramon di Naro-Fominsk; il vescovo Sava di Zelenograd, vicedirettore del Dipartimento amministrativo del Patriarcato di Mosca; il protopresbitero Vladimir Divakov, segretario del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ per la città di Mosca; l'arciprete Mikhail Ryazantsev, decano della Cattedrale di Cristo Salvatore; l'archimandrita Feofilakt (Bezukladnikov), vicario del Monastero stavropegico della Risurrezione della Nuova Gerusalemme; l'archimandrita Aleksej (Turikov), segretario personale di Sua Santità il Patriarca Kirill; il clero di Mosca.

Al servizio divino ha partecipato il presidente della Commissione della Duma di Stato dell'Assemblea Federale della Federazione Russa per gli Affari Internazionali L.E. Slutsky.

Gli inni liturgici sono stati eseguiti dal coro patriarcale della Cattedrale di Cristo Salvatore (diretto da I. B. Tolkachev).

La Divina Liturgia patriarcale è stata trasmessa in diretta sui canali televisivi «Unione» e «Il Salvatore», nonché sul portale ufficiale della Chiesa ortodossa russa Patriarhiya.ru.

Al piccolo ingresso, con decreto di Sua Santità il Patriarca Kirill, sulla base della decisione del Consiglio di tesi di dottorato di tutta la Chiesa del 21 gennaio 2022 sul conferimento del titolo accademico di Dottore in Teologia, è stato assegnato il diritto di indossare la croce del dottorato all'arciprete Nikolaj Karasev, rettore della Chiesa della Trinità vivificante a Starye Cheryomushki, Mosca, decano del distretto di Sant’Andrea del Vicariato sud-occidentale di Mosca; allo ieromonaco Gavriil (Melnikov), abitante del Monastero della Natività della Madre di Dio di Zadonsk, docente di discipline teologiche presso il Dipartimento di Filosofia, Sociologia e Teologia dell'Università Pedagogica Statale di Lipetsk.

Dopo la litania della «supplica intensa», Sua Santità il Patriarca Kirill ha elevato una preghiera per il rapido ripristino della pace. Con la benedizione di Sua Santità, la preghiera viene eseguita in tutte le chiese della Chiesa ortodossa russa.

Durante la Liturgia, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha ordinato al rango di presbitero il diacono Vitalij Kazantsev, chierico della Chiesa del Salvatore Misericordioso a Voronovo, Mosca.

Il sermone prima della comunione ai Santi Misteri di Cristo è stato pronunciato dal sacerdote Andrej Bessarabov, chierico della Chiesa dell'Intercessione della Santissima Madre di Dio a Orekhovo-Borisovo, Mosca.

Al termine della Liturgia, Sua Santità il Patriarca Kirill ha ammonito il vescovo Evfimij di Lukhovitsij a servire e gli ha consegnato il pastorale del vescovo. Secondo la tradizione, il gerarca appena ordinato ha impartito ai fedeli la prima benedizione arcipastorale.

Al termine della Liturgia, Sua Santità Vladyka si è rivolto ai partecipanti al servizio divino con la parola primaziale: «Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo!

Oggi abbiamo ascoltato il Vangelo della guarigione del paralitico (Mc 2, 1-12). Di solito, quando le persone meditano su questo testo, e anche quando i sacerdoti predicano in questo giorno, l'accento è posto sul paralitico, su colui la cui debolezza era praticamente incompatibile con qualsiasi attività della vita, e, naturalmente, sul Signore Gesù Cristo, che ha reso il paralitico una persona sana e forte. Ma spesso si dimenticano gli altri partecipanti a questo evento, senza i quali non sarebbe avvenuto, coloro che hanno portato il paralitico al Salvatore. Del resto, se non ci fossero queste brave persone, se non sollevassero il paralitico, se non lo portassero, allora non ci sarebbe il miracolo di cui racconta il Vangelo.

Bisogna sempre ricordare che ogni grande azione, ogni miracolo è compiuto dalla potenza della grazia divina. Non ci sono veri miracoli che non provengano da Dio. Ma il Signore stesso, apparendo in un corpo umano, fa tutto per il genere umano come Dio-Uomo, unendo la grazia divina e umana, divina con la volontà umana, con l'energia umana. E senza la partecipazione della persona, la grazia di Dio non può agire. Anche in questo caso, se non ci fossero state persone che hanno portato lo sfortunato, non ci sarebbe stato il miracolo.

E se guardi alla storia della Chiesa o, restringendo in qualche modo la scala, alla storia della nostra Chiesa ortodossa russa, allora la combinazione di volontà divina, potere divino e volontà dell'uomo diventa completamente ovvia e tangibile. Ricordiamo, ad esempio, la terribile invasione dei mongoli-tartari. Conquistarono mezza Europa, tanto che la Russia finì all'interno di un vasto territorio che Batu Khan dell'Orda considerava per sempre suo, e non c'era nessuno che potesse sconfiggere questa forza politico-militare ,che controllava le vaste distese dell'Eurasia. Ma cosa è successo? Il reverendo Sergio, un umile starets, benedice Dmitry Donskoy, un coraggioso principe e guerriero, per andare a dare battaglia a questo invincibile esercito tartaro-mongolo. Probabilmente, se uno degli analisti moderni valutasse la situazione, direbbe questo: "Ebbene, mi ha benedetto per morte certa". Perché non c'era possibilità di vittoria – così potente era l'esercito degli invasori; ma attraverso le preghiere del santo starets, attraverso le preghiere della Chiesa, vinse Dmitry Donskoy. E dopotutto, non vince per miracolo, non scesero dal cielo angeli con spade, ma vince grazie al coraggio, alla forza, all’audacia del suo esercito, per il quale pregò il santo starets Sergio, e con lui tutta la Chiesa.

E che dire del Periodo dei Disordini, quando la gente cadde in stato di incoscienza, quando tutte le linee guida vitali andarono perdute, così che il Paese era pronto a riconoscere qualsiasi forte sovrano esterno, anche un occupante? Parlavano seriamente della necessità di portare il re polacco al trono russo e, dopotutto, una parte significativa dell'aristocrazia russa era incline a una tale soluzione del problema! I polacchi sono a Mosca, hanno conquistato la capitale - ma forse non è così male? Dopotutto, sono occidentali, persone illuminate: dovremmo resistere? Invitiamo Sigismondo nel regno, o suo figlio Vladislav, e loro governeranno la Russia e vivremo in sicurezza e pace con l'Europa!

Forse sarebbe successo, ma c'era il Patriarca Ermogene, un sant'uomo che pregava affinché il Signore liberasse la Chiesa russa e il popolo russo dall'oppressione straniera. E con la preghiera di quest'uomo, moltiplicata per le preghiere di molte altre persone, il Signore non solo ha liberato il nostro Paese dall'occupazione, ma ha anche impedito un fatale capovolgimento nella storia del nostro popolo, che avrebbe portato senza dubbio a cambiamenti di civiltà che sarebbero stato terribili per la nostra cultura e la nostra autocoscienza.

L'elenco di tali test può essere continuato. In Russia si è verificato un evento terribile: una rivoluzione, un tentativo di spazzare via l'intera vita spirituale del popolo. E come suonava il nuovo inno: distruggeremo tutto, e poi... E allora? Costruiamo un nuovo mondo? E su quale base? È possibile costruire un edificio senza fondamenta? È facile da demolire, ma è impossibile costruire un nuovo edificio senza fondamenta. Dopotutto, i falsi maestri hanno ispirato il nostro popolo con questa idea di distruggere tutto al suolo, e poi costruire un nuovo mondo, e Dio sa cosa sarebbe successo, perché prima di tutto il colpo è stato inferto alla Chiesa russa come custode di fede e di autocoscienza nazionale. È la Chiesa che è alla base della cultura russa, la storia della Chiesa è al centro della storia del popolo russo. E poi il Patriarca Tikhon, con l'appoggio del clero e del popolo di Dio, fa una scelta a favore della conservazione della Chiesa e della pietà. È imprigionato, ma non si discosta dalla sua linea, e sebbene abbia dovuto trovare parole che gli impedissero di abbassare la mano con la spada alzata sulla Chiesa, queste parole non sono mai state in disaccordo con la sua coscienza e la coscienza del pio popolo ortodosso.

Vediamo come la storia del paralitico, che la gente ha portato dinanzi al Salvatore, si attualizza nella nostra storia. In tutti questi argomenti storici, sui quali mi sono soffermato oggi, era senza dubbio presente la grazia di Dio. Ma c'erano anche persone specifiche di cui ricordavamo i nomi.

Così oggi, quando la nostra Chiesa sta attraversando un periodo difficile, almeno nella storia recente, quando molte forze stanno cercando di spezzare il corpo unito della nostra Chiesa, quando le persone sul suolo ucraino stanno soffrendo gravemente, dobbiamo, come San Sergio, come il Patriarca Ermogene, come il Patriarca Tikhon, prima di tutto pregare per l'unità spirituale dell'eredità del Santo Principe Vladimir. Che, nonostante i confini politici che si estendono sul corpo della Rus’ storica, i popoli che vivono su questa terra si riconoscano sempre come fratelli e sorelle, in modo che il sistema dei valori comuni non crolli mai, in modo che la spada di un fratello non insorga contro un altro.

La lettura del Vangelo di oggi su come le persone hanno portato il paralitico dinanzi al Salvatore e il Signore lo ha guarito, non ci aiuta a capire cos'è la Chiesa russa? L'unica Chiesa che è uscita dal fonte battesimale di Kiev, che è in Russia, Ucraina, Bielorussia e in molti altri Paesi, non è simile a coloro che hanno portato il paralitico dinanzi al Salvatore? Dopotutto, qualcuno deve pregare per il nostro popolo unito, che vogliono rendere paralizzato! Qualcuno deve difendere la verità di Dio che siamo davvero un popolo uscito dal fonte battesimale di Kiev! So come gli oppositori di questo popolo ora grideranno lì, in Ucraina: “Ancora una volta, il Patriarca dice che siamo un solo popolo”. Ma il Patriarca non può dire diversamente, perché questa è verità storica e divina. E il fatto che oggi viviamo in Paesi diversi non cambia questa verità storica e non può cambiarla. Sappiamo che altri popoli, compresi quelli europei, hanno spesso vissuto a lungo in Paesi diversi, ma non hanno mai perso la loro comune identità nazionale. E in relazione al nostro popolo dirò: non abbiamo perso l’unica fede ortodossa.

E che il Signore ci aiuti, come paralitici, a prendere forza, e tutti coloro che sono paragonati alle persone sconosciute che hanno portato il paralitico ai piedi del Salvatore, tutti coloro che sono pronti a lavorare oggi per preservare l'unità spirituale dei nostri popoli, per preservare l'unità della nostra Chiesa, non esitano e non mettono in dubbio la giustezza del cammino prescelto, così come non esitarono coloro che portarono il paralitico ai piedi del Salvatore. Possa il Signore proteggere la terra russa, i popoli che oggi abitano questa terra, Russia, Ucraina, Bielorussia, perché tutti noi, rappresentanti di questi tre popoli, siamo anche legati da un'unica cultura slava e praticamente da un'unica storia. Che Dio non ci faccia mai dimenticare le nostre radici comuni, che noi preghiamo sempre gli uni per gli altri. E la preghiera più importante dovrebbe essere che il diavolo non permetta quel momento terribile in cui un fratello alza la mano contro un suo fratello. Pertanto, dobbiamo tutti pregare per la pace, per il benessere delle sante Chiese di Dio, per il nostro popolo unito, che oggi vive in Paesi diversi, ma che è uscito dall’unico fonte battesimale di Kiev, che è unito da una comune fede e da un destino storico comune».

Quindi il Primate della Chiesa russa ha consegnato i premi della Chiesa:

- in considerazione del suo lavoro a beneficio della Santa Chiesa e in connessione con il suo 75° compleanno, l'arciprete Vladislav Tsypin, chierico della Chiesa dell'Ascensione del Signore («Grande Ascensione») alle porte Nikitsky di Mosca, è stato insignito dell’ Ordine di San Sergio di Radonezh, I grado;

- in considerazione delle suo lavoro per il bene della Santa Chiesa e in occasione del 70° anniversario della sua nascita, l'arciprete Nikolaj Sokolov, rettore della Chiesa di San Nicola di Myra a Tolmachi, Mosca, è stato insignito dell'Ordine di Sant'Andrea iconografo, II grado;

- in considerazione del contributo allo sviluppo della pastorale sanitaria e in connessione con il 75° anniversario della nascita, A.G. Rumyantsev, presidente del Centro nazionale di ricerca medica per l'ematologia, l'oncologia e l'immunologia pediatrica «Dmitry Rogachev», è stato insignito dell'Ordine di San Luca, confessore, arcivescovo di Crimea, II grado.

(Fonte: Servizio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’; www.patriarhiya.ru)

Mosca

Mosca - Servizio patriarcale nella II domenica della Grande Quaresima nella Cattedrale di Cristo Salvatore. Consacrazione dell'archimandrita Evfimij (Moiseev) a vescovo di Lukhovitsij.

Mosca

Mosca - Servizio patriarcale nella II domenica della Grande Quaresima nella Cattedrale di Cristo Salvatore. Consacrazione dell'archimandrita Evfimij (Moiseev) a vescovo di Lukhovitsij.