Mosca, 4 maggio 2024 – Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill si è rivolto agli arcipastori, pastori, diaconi, monaci e a tutti i figli fedeli della Chiesa ortodossa russa con il tradizionale messaggio pasquale.

«Carissimi nel Signore, Eminentissimi arcipastori, venerabili presbiteri e diaconi, monaci e monache, cari fratelli e sorelle!

Nell’odierna “festa delle feste e solennità delle solennità”, che, secondo le parole di san Gregorio il Teologo, “è molto eccelsa sopra tutte le altre – non solo quelle semplicemente umane e terrene, ma anche quelle che sono di Cristo stesso, e sono celebrate in Suo onore – come il sole è al di sopra delle stelle” (Orazione 45 sulla Santa Pasqua), con grande gioia mi rivolgo a voi con il saluto antico ed eternamente nuovo, al quale tutti siamo abituati da tempo e che tuttavia costringe per sempre i nostri cuori a librarsi in alto:

CRISTO È RISORTO!

Queste due parole di affermazione della vita contengono tanta forza che da esse i volti delle persone risplendono di gioia spirituale e la realtà intorno a noi viene letteralmente trasformata: “il cielo, la terra e anche gli inferi si riempiono di luce, il mondo visibile e quello invisibile festeggiano, perché Cristo è risorto, gioia eterna” (canone della festa).

La risurrezione del Salvatore non è solo un evento storico che apprendiamo dai testi sacri. Questa è la pietra angolare della fede e, secondo le parole di san Filarete di Mosca, “novità eterna, fonte di riflessione, sorpresa, gratitudine e speranza” (Parola nel giorno della Santa Pasqua).

Attraverso l’Incarnazione, la sofferenza e la risurrezione dai morti, il Salvatore rinnova la natura umana, ci libera dal potere del peccato e della morte, apre alle persone le porte del Regno dei Cieli e ci mostra la via verso l’unità con il Creatore. È in Cristo, che “Dio ha riconciliato a Sé il mondo” (2 Cor. 5,19), che tutti noi abbiamo l’opportunità di ricevere adozione e giustificazione, per ottenere la vita eterna, poiché non c’è “altro nome sotto il cielo con il quale dobbiamo essere salvati, eccetto il nome di Gesù, che Dio ha risuscitato dai morti” (At 4,10-12).

La risurrezione del Salvatore dal sepolcro trasforma la morte in immortalità, la tristezza in gioia, la condanna in speranza. Nella Croce e nella Risurrezione ci si rivela il Dio di infinita bontà e di amore perfetto.

La consapevolezza di questo amore di Dio che tutto vince ci incoraggia ad essere grati al Creatore e ci dà la forza per superare gli stati mentali più difficili e circostanze ardue, ci eleva al di sopra del trambusto della vita quotidiana, aiuta a correggere gli errori precedenti e distrugge lo sconforto, che ci impedisce di vivere pienamente e di crescere spiritualmente.

Spesso le persone soccombono al pensiero malvagio secondo cui il male domina e trionfa, e il bene appare debole e inosservato. La nostra mente dubita del potere dell’espiazione di Cristo quando vediamo la morte dei nostri cari intorno a noi, sentiamo parlare dell’eternità del tormento per i peccatori dalle pagine del Vangelo e osserviamo “un mondo che giace nel male (1 Gv 5,19). Ma la Chiesa di Dio testimonia in modo convincente da migliaia di anni: il Salvatore ha vinto il peccato, ha “distrutto la morte e devastato l’inferno” (San Giovanni Crisostomo. Sermone della Santa Pasqua). Cristo ha vinto l’ineluttabilità della morte e l’universalità del male, e noi guardiamo alla loro sconfitta con gli occhi della fede a partire dalla vita del prossimo secolo, dall’alto della Pasqua.

La risurrezione del Signore dal sepolcro ci ricorda non solo l’evento più importante del passato, ma testimonia anche la prossima risurrezione generale, “perché se crediamo che Gesù è morto e risorto, allora Dio porterà con Lui coloro che sono morti in Gesù (1 Tess 4,14). Abbiamo bisogno, attraverso l’adempimento dei comandamenti del Signore, attraverso le opere di amore e di misericordia, attraverso la partecipazione alla vita sacramentale della Chiesa, di unirci alla vittoria di Cristo e di rimanerGli fedeli fino alla fine, ricordando le parole della Sacra Scrittura: “Ci vuole pazienza affinché, compiuta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso (Eb 10,36).

Perciò, carissimi fratelli e sorelle, secondo la parola dell’apostolo, “non abbandonate la vostra speranza, che avrà una grande ricompensa (Eb 10,35). E possa la festa della Risurrezione del Signore Gesù essere un costante ricordo di queste vere promesse divine, che ci danno speranza e forza nelle circostanze più difficili. Possa questa celebrazione ispirare tutti noi a vivere nella fede e nell’amore, sapendo che né la morte, né la sofferenza, né il male possono vincerci se siamo con Cristo e in Cristo, che ha vinto il peccato, la morte e ogni ingiustizia.

Celebriamo “la Pasqua del Signore con purezza di vita, buoni costumi e buone opere (Sant’Atanasio il Grande. Decima Lettera pasquale), affinché, trasformandoci in uomo nuovo in Cristo e servendo il Dio vivo e vero, “attendiamo dal cielo il suo Figlio, che Egli ha risuscitato dai morti, Gesù, che ci libera dall’ira futura (1 Ts 1,9-10). Amin!».

+KIRILL, PATRIARCA DI MOSCA E DI TUTTA LA RUS’

Pasqua di Cristo

2024

(Fonte: Patriarkhija.ru)

 

Pasqua 2024. Discesa agli inferi.