Mosca, 5 aprile 2025 – Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha rivolto un messaggio in occasione del 100° anniversario della morte beata di san Tikhon, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’.

Vostre Eminenze e Grazie!

Venerabili padri! Cari fratelli e sorelle!

Il 2025 è un anno particolarmente memorabile per la Chiesa ortodossa russa, che celebra nella preghiera i cento anni dalla morte di san Tikhon, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, un Primate, alla cui sorte, per volontà di Dio, toccò le dure prove delle rivolte rivoluzionare, della guerra civile e dell’inizio delle crudeli persecuzioni della fede.

Salendo alla cattedra del Primate di Mosca, san Tikhon ebbe il presentimento dell’enorme peso della croce che gli sarebbe stata imposta, come testimoniano le sue parole: quante lacrime bisognerà ingoiare e quanti gemiti bisognerà emettere nell’imminente servizio patriarcale! (Discorso del metropolita Tikhon dopo aver ricevuto la notizia dell’elezione). Tutto questo si è realmente avverato, e l’opera del Primate è diventata veramente per lui quel rotolo profetico su cui erano scritte le terribili parole: «lamenti, gemiti e guai» (Ez 2,10).

La restaurazione del Patriarcato nella Chiesa russa nell’autunno del 1917 coincise con l’ascesa al potere dei militanti combattenti di Dio, che si prefiggevano come obiettivo la completa estirpazione della fede religiosa tra il popolo e scatenarono persecuzioni senza precedenti contro la Chiesa di Cristo. Mentre denunciava con audacia i crimini dei bolscevichi che commisero rappresaglie sanguinose, san Tikhon testimoniò allo stesso tempo: «La Chiesa non si lega per sempre a una certa forma di governo, perché questa ha solo un significato storico relativo. La Chiesa ha un servizio diverso: è e deve essere la coscienza dello Stato» (Sermone nel giorno della commemorazione del Patriarca ieromartire Ermogene, 2 marzo 1919).

Con umiltà e mansuetudine, unite allo zelo per l’opera di Dio e al fervore dello spirito, Sua Santità Tikhon ha svolto il servizio affidatogli, implorando il suo gregge di non allontanarsi dal cammino della croce e di rimanere fedele alla Chiesa ortodossa.

Solo il Signore conosce i pensieri pesanti e il dolore che provò il Patriarca Tikhon nel vedere il crollo dell’antica Rus’ e la distruzione dei santuari ortodossi. Solo il Signore conosce le fervide preghiere che il santo elevò per il gregge a lui affidato durante la sua reclusione nel monastero del Don, di fatto escluso dal governo effettivo della Chiesa. Ma in ogni cosa mostrandosi servo di Dio, con grande pazienza, nelle avversità, nei bisogni, nelle circostanze difficili, nelle fatiche, nella prudenza, nello Spirito Santo, nell’amore sincero (2 Cor 6,4-6), il santo acquisì la corona del confessore e divenne esempio di coraggio e di fortezza spirituale.

Con particolare sentimento, gli ortodossi accorrono in massa verso le sacre reliquie di san Tikhon, che vengono portate nelle città e nei villaggi della Santa Rus’. Questo contatto con le reliquie ci aiuta a rafforzare la nostra fede e a trovare speranza nel potere dell’intercessione di san Tikhon davanti al volto di Dio per la nostra Patria e il nostro popolo. Crediamo e speriamo che san Tikhon esaudirà le petizioni dei fedeli figli della Chiesa russa, per i quali ha avuto instancabile cura durante la sua vita terrena, e ora in piedi davanti al Trono dell’Onnipotente, non cesserà di intercedere per noi presso Dio.

Offriamo le nostre fervide preghiere a san Tikhon, affinché la fede nel nostro popolo non venga meno, affinché il Signore, attraverso l’intercessione del Suo glorioso santo e zelante delle tradizioni apostoliche, benedica la Chiesa e il nostro Paese con la tranquillità e la pace di Dio (tropario del santo) e ci rafforzi nell’adempimento dei comandamenti del Vangelo e nella coraggiosa sequela di Cristo Salvatore.

Per intercessione di san Tikhon, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, possa il Signore Misericordioso proteggere tutti voi, miei cari!

+KIRILL, PATRIARCA DI MOSCA E DI TUTTA LA RUS’

(Fonte: www.patriarkija.ru)